Il 18 aprile 2025, il Consiglio dei Ministri ha deliberato lo scioglimento dei Comuni calabresi di Casabona (provincia di Crotone) e Badolato (provincia di Catanzaro) per accertati condizionamenti da parte della criminalità organizzata, in particolare della ‘ndrangheta. La decisione è stata presa su proposta del Ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, a seguito di indagini condotte dalla Direzione Distrettuale Antimafia (DDA) di Catanzaro
Casabona: infiltrazioni della cosca Tallarico
Il sindaco di Casabona, Francesco Seminario, esponente del Partito Democratico, è stato arrestato nell’ottobre 2024 nell’ambito dell’operazione “Nemesis”. Le indagini hanno rivelato presunti legami tra l’amministrazione comunale e la cosca Tallarico della ‘ndrangheta, con accuse di scambio politico-mafioso e ingerenze nella gestione degli appalti pubblici
Badolato: arresti ai vertici dell’amministrazione
A Badolato, il sindaco Giuseppe Nicola Parretta, eletto con una lista civica, è stato arrestato nel gennaio 2025 insieme al vicesindaco Ernesto Maria Menniti e al presidente del Consiglio comunale Maicol Paparo. L’inchiesta ha evidenziato presunti legami con la cosca Gallace, attiva sulla costa ionica catanzarese, e ha portato all’arresto di 44 persone, con accuse di scambio elettorale politico-mafioso e infiltrazioni nella gestione amministrativa
Conseguenze e contesto regionale
Entrambi i Comuni erano già commissariati al momento dello scioglimento, a seguito degli arresti dei rispettivi sindaci. La Calabria continua a essere una delle regioni italiane più colpite da scioglimenti di enti locali per infiltrazioni mafiose, con numerosi precedenti negli ultimi anni. Lo scioglimento di Casabona e Badolato si inserisce in un contesto più ampio di contrasto alle infiltrazioni della criminalità organizzata nelle istituzioni locali